Taglio dell’Irpef, il paradossale impatto sulle buste paga
Con un reddito di 28.000 euro il vantaggio sarebbe nullo mentre con un reddito 50.000 si avrebbe un risparmio di 440. Oltre i 55.000 euro il vantaggio fiscale salirebbe a 540 euro
Il governo Draghi punta a ridurre il peso fiscale sul ceto medio e una delle proposte più quotate è quella di percorrere la strada dell’abbattimento del costo del lavoro, tramite la riduzione di due punti percentuali dell’aliquota IRPEF, che dal 38% scenderebbe al 36.
Attualmente l’imposta lorda è determinata applicando aliquote che vanno dal 23 al 43%, ma in modo cosiddetto «progressivo». Per esempio, a un reddito di 50.000 si applicherà il 23% sui primi 15.000, il 27% da 15.000 a 28.000 euro e il 38% sulla fascia che va dai 28.000 ai 50.000 euro.
La proposta di riforma presente nella Legge di Bilancio, dunque, porterebbe benefici solo ai redditi superiori ai 28.000 euro. E più ci si avvicinerà ai 55.000 euro e maggiore sarà il risparmio fiscale che ovviamente resterà tale anche per i redditi superiori.
A conti fatti, dunque, con un reddito di 28.000 euro il vantaggio sarebbe nullo, mentre con un reddito 50.000 si avrebbe un risparmio di 440. Oltre i 55.000 euro Il vantaggio fiscale salirebbe a 540 euro.
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