Dal contratto d’espansione al fondo per le Pmi, ecco la nuova cassetta degli attrezzi per gestire le crisi e le ristrutturazioni aziendali nel 2022
La manovra finanziaria mette in campo sei diversi strumenti per gestire le ristrutturazioni aziendali e le transizioni legate alla digitalizzazione e alla green economy, in vista dello sblocco dei licenziamenti. Eccoli
La manovra finanziaria mette in campo sei diversi strumenti per gestire le ristrutturazioni aziendali e le transizioni legate alla digitalizzazione e alla green economy, in vista dello sblocco dei licenziamenti.
Iniziamo dal contratto di espansione che potrà essere applicato ad imprese con almeno 50 addetti e che prevede personale in uscita a non più di 60 mesi dalla pensione; una riduzione dell’orario dei lavoratori utilizzando fino a 18 mesi di Cigs anche non continuativi; la programmazione di nuove assunzioni.
Quindi il contratto di solidarietà attraverso la contrattazione aziendale, riducendo l’orario di lavoro per evitare esuberi. Il massimale della riduzione media oraria viene innalzato all’80% dal primo gennaio 2022.
Terzo strumento è l’esonero contributivo, previsto anche nel 2022 per le stabilizzazioni dei giovani under 36, esteso alle imprese che assumono a tempo indeterminato lavoratori, a prescindere da limiti di età, di aziende per le quali è attivo un tavolo al Mise.
La quarta soluzione è rappresentata dal fondo per favorire l’uscita anticipata dalle Pmi in stato di crisi riconosciuto. 200 milioni per il 2022 all’anno fino al 20204 per favorire l’uscita anticipata dal lavoro degli addetti delle Pmi in crisi.
Ai lavoratori già in cigs per crisi, riorganizzazione aziendale o per processi di transizione, nelle aziende con più di 15 dipendenti, vengono concessi fino a 12 mesi di cigs aggiuntivi.
Infine, per il biennio 2022-2023, le imprese dell’industria e delle costruzioni in situazioni di particolare difficoltà economica è riconosciuto un trattamento straordinario di integrazione salariale per un massimo di 52 settimane fruibili fino al 31 dicembre 2023, in deroga alle disposizioni vigenti, nel limite di 150 milioni di euro per il 2022 e 150 milioni di euro per il 2023.
I commenti sono chiusi.