LA SUGGESTIONE SUSCITATA DALLA FOLLA

La folla è spesso una moltitudine di persone convenute e sollecitate da concordi o discordi passioni.

A differenza dell’individuo isolato, essa può costituire una riunione, se preventivamente deliberata dai partecipanti, o un assembramento, se provocato da un fatto occasionale e non previsto.

In ambedue i casi manifesta un’anima collettiva o superindividuale, capace di importanti sentimenti e reazioni che trascinano il singolo, anche se semplice spettatore, e lo determinano ad un comportamento, in ordine al quale egli, in buona parte, “non agit sed agitur”.

È infatti rilevante l’atteggiamento di una folla esaltante, irata, terrorizzata, animata da impulsi di vandalismi, vendetta, odio, eccitazione, entusiasmo, che si propagano a tutti i presenti e li inducono ad azioni emulative che essi, se isolati, non avrebbero compiuto.

Si pensi a ciò di cui divengono spesso capaci taluni, agitati da molti tifosi di una partita di calcio, oppure esaltati tra partecipanti a cortei, dimostrazioni, proteste o altre azioni di gruppo, o coinvolti da popolazione terrorizzata da una pubblica calamità.

Persino il Renzo Tramaglino del Manzoni, trovatosi, per sua disavventura, nei tumulti di Milano per l’assalto ai forni da parte di affamati, mutò da “povero figliolo”, sia pure per poco, in un “capo-popolo” capace addirittura di arringare la folla contro l’autorità e farsi arrestare come rivoltoso.

Tale fenomeno è spesso conseguenza di un tumulto, cioè di una confusione turbolenta, che aggiunge qualcosa alla personalità del singolo, trasformandola in collettiva per effetto della suggestione generata dalle voci, grida, gesti, movimenti, numero di partecipi.

Invero, senza siffatto turbamento, la personalità è, di regola, un insieme di modi di essere per cui ciascuno uomo si differenzia dagli altri e la sua persona e la sua vita assumono una fisionomia particolare.

La suggestione, però, non costituisce un caso di infermità psichica, che è invece alterazione anatomica e patologica della mente, essendo soltanto una condizione di menomata libertà e di minorato discernimento, e quindi un caso di spersonalizzazione.

L’ordinamento penale, infatti, dà ad essa unicamente il ruolo di stato emotivo o passionale eccezionalmente rilevante (in deroga all’art. 90 c.p.) solo per la configurabilità di un’attenuante (art. 62 n. 3 c.p.) per l’ipotesi di reato commesso, appunto, per suggestione di una folla in tumulto.

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