“C” COME CORAGGIO
(F.G.) Per l’importanza che riveste e la sostanza che condividiamo appieno, collochiamo volentieri nello spazio degli Editoriali il “pezzo” di Clara Spadea.
– di Clara Spadea –
“C” come costernazione, quella che sicuramente tutti stiamo provando nel guardare le angosciose immagini dei TG nazionali.
“C” come Catania, la città che in questi giorni sta vivendo giornate di paura e di sconforto.
“C” come ciclone mediterraneo, quello che si è abbattuto su questa malcapitata cittadina siciliana che all’improvviso ha visto trasformare le sue strade in un fiume portentoso di fango che ha portato via con sé tranquillità, sogni e investimenti.
Così, mentre in Irpinia, ad esempio, stiamo godendo della dolcezza delle giornate autunnali, con le prime vendemmie, le meraviglie cromatiche degli aceri, con la pioggia di foglie che lievi e silenziose tappezzano i nostri viali, con le temperature miti che questa stagione sa donare, la Sicilia, Catania in particolare, rasa al suolo in passato più volte a causa dei terremoti e delle colate laviche, ancora una volta in pochi giorni subisce la forza distruttiva e devastante della natura che con poche mosse ha distrutto strade, campi agricoli di recente impianto, ha invaso le case, posto nel nulla il mercato del pesce , trascinato e affogato macchine e corpi.
Ha portato via con sé persino il buon profumo degli agrumeti, proprio della città e della Sicilia tutta.
No, questo non sarà un piacevole autunno per i catanesi.
Non avranno certo lo stato d’animo di volgere lo sguardo sul magico mutamento di colori che l’autunno sa donare alla vegetazione o di cogliere l’equilibrio di sintonie di colori e odori tipicamente autunnali. Saranno impegnati invece a ripulire dal fango strade, abitazioni e terreni agricoli, a mettere al riparo con sacchi di sabbia i locali terranei, a scrutare con forte preoccupazione il cielo, ad ascoltare di continuo le previsioni meteo che, ahimè, parlano ora di un probabile uragano in agguato.
È vero, di fronte a questi eventi così devastanti, nessuno può fare molto; noi privilegiati, dal canto nostro, possiamo solo condividere vicinanza e solidarietà, virtuale e non.
Ma di certo sono episodi che nel colpire emotivamente in modo profondo un po’ tutti, dovrebbero spingerci senza ulteriore indugio ad usare la massima attenzione verso il fenomeno dei cambiamenti climatici, per ridurre per lo meno ogni nostra possibile responsabilità in questo campo.
Potremmo cominciare, ad esempio, col pretendere sempre competenza e consapevolezza del territorio da parte di chi amministra, di chi costruisce il volto di una città.
E penso quindi a chi non dovrebbe mai stravolgere il paesaggio naturale, né porre in essere inutili bracci di ferro con la natura, a chi soprattutto non dovrebbe deviare o credere di far “scomparire” fiumi per dare spazio a nuove proficue costruzioni.
Ma ora non è il tempo delle polemiche.
Piuttosto, attraverso le immagini dei media, guardo anche io con preoccupazione il cielo siciliano e dico “Coraggio Catania”!
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