Assegno unico, da gennaio cambia la pusta paga per nove milioni di famiglie con figli minori di 21 anni a carico

L’addio a detrazioni e assegni rischia di avere un impatto molto pesante sullo stipendio mensile dei beneficiari

L’assegno unico e universale entrerà in vigore a gennaio e ridisegnerà le buste paga di nove milioni di nuclei familiari con figli minori di 21 anni a carico. Già questa settimana il Consiglio dei Ministri potrebbe discutere ed approvare il decreto legislativo che attua la riforma per il riordino delle misure a sostegno delle famiglie, ma l’addio a detrazioni fiscali e assegni al nucleo familiare rischia di avere subito un impatto sullo stipendio mensile dei genitori beneficiari.

Un genitore a tempo indeterminato con reddito superiore a quello del coniuge, con due figli minori di cui uno con meno di tre anni (reddito da lavoro dipendente 22.750 euro, reddito familiare 40.700 euro), potrebbe trovarsi a fine gennaio una busta paga più leggera di circa 293. Per tale ragione, il governo sta studiando meccanismi tali da garantire un passaggio soft all’assegno unico, per evitare che le famiglie si trovino “scoperte”, anche solo per pochi mesi.

Giova ricordare che l’assegno unico arriverà previa domanda ad hoc da presentare a partire da gennaio all’Inps. Gli importi saranno modulati in base all’Isee: 175-180 euro a figlio sotto i 15mila euro di Isee (250 dal terzo figlio in poi), che scendono progressivamente fino a 40-50 euro a figlio oltre i 40mila euro di Isee.

I commenti sono chiusi.