Colf, badanti e baby sitter, un milione di lavoratori domestici senza prima dose. Il nodo controlli e le incognite sugli immunizzati nei paesi d’origine con Sputnik o Sinovac

A rigor di legge, a partire dal 15 ottobre il controllo della certificazione spetterà al datore di lavoro: in caso di inadempienza, è prevista una multa da 400 a 1000 euro. Per il lavoratore la sanzione è più alta e va da 600 a 1500 euro

Circa un milione di lavoratori domestici impiegati presso le famiglie italiane non sono vaccinati contro il Covid, dunque non sono muniti di Green Pass. L’Sos arriva dalle associazioni dei datori di lavoro domestico.

A rigor di legge, a partire dal 15 ottobre il controllo della certificazione spetterà al datore di lavoro: in caso di inadempienza, è prevista una multa da 400 a 1000 euro. Per il lavoratore la sanzione è più alta e va da 600 a 1500 euro. Il vero problema, dunque, resta quello dei controlli accentuato dalle fisiologiche difficoltà che un anziano può incontrare nell’utilizzo dell’applicazione di verifica,  e dalla facilità con la quale si può falsificare un certificato cartaceo.

Senza considerare l’alta percentuale di lavoratori vaccinati nei Paesi d’origine (per esempio: Romania, Ucraina, Moldavia, Filippine) con preparati come il russo Sputnik o il cinese Sinovac, che non sono riconosciuti dall’Ema e quindi non danno accesso al Green Pass. Sul punto nessuna soluzione è sul tavolo.

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