Green pass, dal 15 ottobre obbligo per tutti i lavoratori ma non sarà uno strumento per licenziare

Multe tra i 400 e i 1000 euro e assenza ingiustificata. Dopo cinque giorni scatta la sospensione del rapporto di lavoro e il congelamento dello stipendio. Tamponi a carico di chi rifiuta il vaccino

Dal 15 ottobre l’Italia sarà il primo Paese europeo in cui non si potrà entrare negli uffici pubblici, in fabbrica, in ufficio, negli studi professionali e in qualunque altro luogo di lavoro senza green pass. Il via libera al decreto è previsto per oggi pomeriggio. Il green pass, però, non sarà un mezzo per licenziare mentre gli oneri dei tamponi saranno a carico di chi non vuole vaccinarsi.

Il meccanismo dei controlli inserito nel decreto del governo è lo stesso in vigore per i settori dove il green pass è già obbligatorio per i lavoratori.

Al momento dell’ingresso chi non ha il green pass non potrà essere ammesso all’interno delle aziende e viene considerato assente ingiustificato. La violazione dell’obbligo di avere il certificato è punita con una multa che oscilla tra i 400 e i 1.000 euro e può essere aumentata in caso di contraffazione del documento. In questo caso può scattare anche la denuncia. Dopo cinque giorni di assenza ingiustificata «il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti retribuzione e altri compensi o emolumenti». La riammissione in servizio è subordinata al possesso di valida certificazione verde. La sospensione del rapporto di lavoro non è qualificabile come sanzione disciplinare.

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