Profonda crisi societaria e 150 mln di debiti: la procura chiede il fallimento di Alto Calore

La richiesta dei magistrati dopo un'approfondita verifica sui conti dell'ente idrico di Corso Europa. Ascoltati in tribunale i vertici di Alto Calore, il sottosegretario Sibilia, il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola, il presidente della provincia Biancardi e il sindaco Festa. Ora i giudici devono decidere se accogliere le valutazioni della procura, in base anche alle eventuali controdeduzioni dell'amministratore unico di Acs Michelangelo Ciarcia

Profonda crisi aziendale, un passivo di 150 milioni di euro di debiti: la procura di Avellino chiede il fallimento dell’Alto Calore.

I vari esposti che si sono susseguiti negli anni sullo stato finanziario di Corso Europa, e i vari pronunciamenti della Corte dei Conti, hanno portato a una prima conclusione, dopo un incessante lavoro di indagini da parte dei magistrati di piazza D’Armi e dei finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria.

Nel comunicato stampa inviato dalla propcura viene reso noto che l’inchiesta si è sviluppata attraverso un’analisi approfondita dei dati societari contabili e fiscali dell’ente idrico di Corso Europa, a seguito dell’acquisizione di una corposa documentazione e l’escussione dei vari soggetti interessati, non solo i vertici di Alto Calore.

A piazza D’Armi hanno infatti sfilato a testimoniare come persone informate sui fatti il sottosegretario agli interni Carlo Sibilia, che presentò una robusta relazione in merito ai conti e agli sprechi di Corso Europa; il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola, il presidente della provincia Domenico Biancardi e il sindaco di Avellino Gianluca Festa, dato il peso specifico di provincia e capoluogo all’interno del consorzio idrico.

“Il dato accertato”, scrive la procura, “è quello di una profonda crisi aziendale, con risultati annui di esercizio caratterizzati da un trend costantemente negativo da più di un decennio e una esposizione debitori giunta ormai, in assenza di prospettive di concreto risanamento, a quasi 150 milioni di euro”. Questa la conclusione a cui è arrivato il sostituto procuratore Vincenzo Russo che ha condotto le indagini assegnate ai finanzieri, guidati dal comandante provinciale Gennaro Ottaiano: ora tocca ai giudici decidere se accogliere o meno la richiesta di fallimento, valutando se ve ne siano i presupposti come documentato dalla procura, o se in base alle possibili controdeduzioni dei vertici aziendali ci siano gli estremi di un risanamento, come più volte ribadito dall’amministratore unico di Corso Europa Michelangelo Ciarcia

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