Istat, Irpinia matrigna con giovani e donne
Secondo l'ultimo rapporto annuale sul Benessere equo e sostenibile la disoccupazione giovanile è del 68,3 per cento tra gli uomini e del 79 per cento tra le donne. Nei Comuni le donne con ruoli politici sono solo il 26,9 del totale, mentre gli amministratori under 40 sono solo il 29,3 per cento.
Nell’ultimo rapporto annuale sul Benessere equo e sostenibile l’Istat ci restituisce l’istantanea di un’Irpinia sempre più povera ed inospitale. La nostra provincia arretra, non solo sul fronte lavoro, dove si rileva una disoccupazione del 40 per cento che nella fascia giovanile, fino a 29 anni, raggiunge il 68,3 per cento tra gli uomini e il 79 tra le donne.
Nel 2020, l’anno della pandemia e del primo lockdown, la provincia di Avellino ha perso 1 anno in termini di aspettativa di vita rispetto al 2019. Un trend, questo, in linea con il resto del Paese proprio in relazione ai drammatici effetti del Covid. Le donne vivono mediamente 83,5 anni e gli uomini 78,7.
Venendo all’istruzione, i laureati sono ancora pochi. Hanno il diploma, nella fascia di età tra i 25 e i 64 anni, il 61,4 per cento degli irpini. Solo il 23,5 per cento è laureato. In tale scenario, si continua a morire di lavoro. Ogni 10.000 abitanti, la percentuale di infortuni mortali o inabilità permanente è del 19,1 per cento per gli uomini e del 7,7 per cento per le donne.
Giovani e donne, come detto, sono le categorie più penalizzate e la cartina di tornasole di questa condizione è nel tasso di giovani e donne nelle istituzioni. Le donne con ruoli politici nei Comuni irpini sono appena il 26,9 del totale. Gli amministratori con meno di 40 anni sono il 29,3 per cento. Nemmeno un terzo del totale.
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