ATRIPALDA – UNA VITA SEMPLICE, FELICE
L’unica spensierata occasione delle gioventù di allora era l’attesa ascolto giornaliero del notiziario sportivo trasmesso in diretta anche dalla radio del Bar del Paese, che ci regalò, un giorno, le magiche parole del cronista… “un uomo solo è al comando… il suo nome è…”, così annunciando la leggendaria vittoria in Francia del nostro più amato campione del ciclismo.
Esultammo a lungo.
Si soleva anche organizzare, tra amici, innocenti serate in casa, della durata di qualche ora soltanto, e non oltre. Un “primitivo” giradischi ci ripeteva motivi e ritmi, che ancora oggi, in qualche moment difficile, ci ritornano puntualmente in mente.
Un ideale “Cinema Paradiso”, gestiti da fratelli appassionati di cinematografia, consolava la nostra domenicale aspettativa di una momentanea evasione della fantasia, che però occorreva assicurarsi, addirittura con un giorno di anticipo, provvedendo, presso il botteghino, alla prenotazione di posti numerati, proprio come si fosse trattato di una prima teatrale.
Da giovani universitari coltivammo anche la festa della matricola, poi finita in disuso.
Si viveva con poco e si era felici così. C’era soltanto l’ansia di un avvenire che era ancora tutto da realizzare.
Ma poi si diventa adulti e non si sogna più.
Tuttavia, una “botta” di coraggioso progresso, dovuto alla lungimiranza di taluno, venne tempestivamente a gratificarci, intorno alla stessa epoca, con la comparsa di bianchi filobus cittadini, istituiti per collegarci ad Avellino e Mercogliano.
Essi suscitarono l’orgoglioso entusiasmo dell’intero Paese per quella “modernità”, che per fortuna vive tuttora, pur passando inosservata, siccome divenuta un ordinario servizio pubblico di trasporto.
Ma all’inizio fu molto di più per noi studenti, che ancora ben lontani dal disporre di autovetture personali per recarci a scuola, affidammo ogni giorno a quei silenziosi veicoli le trepidazioni naturali di un’età ancora troppo verde.
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