Agonia spopolamento, in un anno e mezzo persi 5.600 abitanti

Solo grazie alla presenza di immigrati la provincia di Avellino non scende al di sotto dei 400mila residenti che rappresenterebbe per la collettività irpina un balzo all’indietro di un secolo e mezzo

La pandemia con i vari lockdown, le misure restrittive che comunque hanno accompagnato le prime riaperture bloccando di fatto la mobilità interna e verso l’estero non hanno fermato lo spopolamento in Irpinia. Sono davvero allarmanti i dati che arrivano dall’ultimo bilancio demografico diffuso dall’Istat. Ovviamente sul numero complessivo pesano anche i morti causati dal Covid che hanno inciso sul livello medio annuo dei decessi. Tutto questo potrebbe avere valore statistico in contesti dove il fenomeno è fisiologico, ma alle nostre latitudine, invece, assume oramai da quasi due decenni connotati drammatici dal punto di vista dell’impatto sociale. Da un lato la denatalità, dall’altro la grande fuga (giovani, ma anche adulti, costretti a lasciare il territorio alla ricerca di lavoro). Nel 2020 abbiamo perso qualcosa come 4.406 residenti. A questi vanno aggiunti gli ulteriori 1.236 dei primi cinque mesi di questo 2021. Cala anche la popolazione straniera, ora quota 13.344; in un anno meno 322 unità. Ed è proprio grazie alla presenza di immigrati che la provincia di Avellino non scende al di sotto dei 400mila abitanti che rappresenterebbe la collettività irpina un balzo all’indietro di un secolo e mezzo

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