Dalla Sanità alla Lioni-Grotta: le sbandate dei politici irpini
l netto di qualche elemento che meglio onorerebbe il ruolo nei panni di clown invece che avvolto dalla fascia tricolore, tanto da risultare nei sondaggi sempre più “sgradito” perfino a chi lo aveva distrattamente votato; e al netto anche degli immancabili corrotti o affaristi spesso travestiti da monaci francescani, l’Irpinia vanta la stragrande maggioranza di sindaci sinceramente impegnati a rappresentare gli interessi delle loro comunità, attenti ad adempiere con competenza, passione, dignità ed onore al mandato ricevuto, pur nelle enormi difficoltà che le magre finanze locali e gli avari trasferimenti statali consentono.
Di contro, sui gradini più alti ci tocca di vivere la sventura di una classe dirigente politico-istituzionale bravissima nel creare e complicare problemi dove non ci sono; e decisamente inadeguata quando si tratta di risolverli.
Un esempio attuale della prima vocazione è questa storia assurda degli “Ospedali Riuniti Moscati-Landolfi” che ha tenuto banco per circa un mese, e che è stata spesso raccontata attraverso cronache e commenti fuorvianti che hanno fatto nascere più d’un dubbio circa il tasso alcolemico presente nelle “penne” dei loro autori.
Il fatto, in rapida sintesi. La rimodulazione strategica dei due presidi sanitari e il relativo atto aziendale – responsabilmente elaborati per consolidare le eccellenze della struttura avellinese e per rilanciare quella di Solofra, quest’ultima altrimenti condannata alla chiusura – sono diventati l’oggetto del desiderio utilizzato per miserabili strumentalizzazioni politiche aggravate da una carica demagogica devastante.
Sul terreno di un problema così importante e complesso, infatti, invece di sforzarsi a capire per poi spiegare e sostenere le soluzioni ragionevolmente adottate, i quattro consiglieri regionali irpini si sono esibiti in una prova muscolare degna di miglior causa complicando le cose e incoraggiando l’ammuina della piazza solofrana.
I quattro moschettieri irpini che siedono in Consiglio regionale, oltretutto con compensi complessivi che sfiorano diecimila euro al mese, circostanza che già di per sé dovrebbe indurli a usare la testa giorno e notte, hanno fornito in questa occasione il loro peggiore profilo politico. Uno spettacolo imbarazzante, sia per i copioni adottati che per la qualità delle performance offerte al pubblico. Con due dei quattro i quali hanno ritenuto che basta dire “Signorsì” a De Luca per assolvere con intelligenza il proprio compito istituzionale. Con chi è convinto che si può emulare Che Guevara semplicemente avendo un po’ di barba incolta e del tutto ignorando, oltre al contesto storico, le profonde motivazioni ideologiche e ideali che ne ispirarono il pensiero e l’azione rivoluzionaria fino al sacrificio della vita. E con chi goffamente ha indossato l’armatura di Don Chisciotte, senza nemmeno il sostegno d’un Sancio Panza a mezzo servizio, e se ne sta con lo sguardo rivolto al cielo a rimirar le Stelle, ancora ignaro – ahilui! – che le sue non sono più “cadenti” ma già rovinosamente cadute.
Ancora più imbarazzante – dicevamo – è il profilo di questa classe dirigente irpina politico-istituzionale quando si tratta di agire per dare una mano a risolvere i problemi anziché complicarli. E qui un esempio calzante – e insieme vecchio e attuale – è fornito dalla strada a scorrimento veloce Lioni-Grottaminarda: un’arteria giustamente definita strategica (non solo per il territorio irpino), ma miseramente finita anch’essa nella giungla dei tatticismi inconcludenti della malapolitica e delle oscure trame d’una burocrazia incancrenita e dura a morire.
Di questa vicenda ricorderò velocemente che: 1) La strada fu finanziata nel 2004 per un importo di 430 milioni di euro, 150 a carico dello Stato, 280 in testa alla Regione. Presidente del Consiglio e Governatore della Campania pro tempore, rispettivamente Silvio Berlusconi e Antonio Bassolino; 2) Che la Regione Campania ha completato con De Luca la sua parte di finanziamento e che lo Stato deve ancora rendere disponibili 80 dei 150 milioni di sua competenza; 3) Che fino a quando c’è stato il commissariato ad acta (con a capo l’efficientissimo Filippo D’Ambrosio, lavoro in continua sinergia con i sindaci e con parti sociali del territorio) il cantiere è andato avanti regolarmente, anche grazie all’attenzione dedicata al problema dal sottosegretario pro tempore alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro; 4) Che nel 2018, per volontà devastante dei 5 Stelle al governo, sollecitati dai quattro parlamentari irpini del Movimento, tra i quali il sottosegretario di allora e di oggi Carlo Sibilia, e contro il parere del governatore De Luca, il commissariato fu soppresso, e che si sono sprecati circa 18 mesi per il passaggio di competenze alla Regione; 5) Che nel frattempo alcune delle imprese appaltatrici sono andate in gravissime difficoltà, in qualche caso in via irreversibile; 6) Che allo stato dei fatti le varianti della tratta Grottaminarda-Villamaina sono ferme da mesi in Regione a causa di complicazioni di natura tecnica ma soprattutto burocratica; 7) Che per la tratta S. Angelo dei Lombardi-Rocca San Felice sono disponibili 65 milioni ma l’appalto (vinto da Infrasud) non viene ancora contrattualizzato; 8) Che il Provveditorato alle Opere Pubbliche, investito di competenze decisamente non alla sua portata, temporeggia anche per motivi legati a parcelle e parcelline incentivanti a beneficio dei funzionari addetti ai lavori extra; 9) Che nessun parlamentare irpino si è fatto sin qui carico di sollecitare il governo centrale per la erogazione degli 80 milioni rimasti nel cassetto degli impegni assunti e non mantenuti; 10) Che, infine, continuando di questo passo, entro il 2026 viaggeremo certamente nei treni Alta Velocità Napoli-Bari; altrettanto certamente saliremo su quei treni alla Stazione Hirpinia di Valle Ufita; ancora certamente ci serviremo della piattaforma logistica programmata proprio in funzione dell’Alta Velocità/Alta Capacità Napoli-Bari, ma anche della strada a scorrimento veloce Lioni-Grottaminarda; che molto probabilmente – anno più, anno meno – perfino in Irpinia (si fa per dire) avremo una base per il nostro “Turismo Spaziale: epperò – eccoci al punto – quella benedetta strada Lioni-Grottaminarda resterà ancora incompiuta, perché…-
Perché abbiamo da queste parti una classe dirigente politico/istituzionale – in testa parlamentari, consiglieri regionali e qualche sindaco vanesio e vano insieme – che per incapacità o bassissimi calcoli di bottega sprecano tempo sui problemi già (da altri) risolti e volentieri evitano, forse perché nemmeno le conoscono, questioni serie e urgenti – come la più volte volontariamente citata Lioni/Grottaminarda ad esempio – che meriterebbero, queste sì, una Grande Ammuina in Regione, in Parlamento e a Palazzo Chigi. Non si ha la capacità o la volontà di leggere le note su uno spartito già bell’e pronto e chiaro e facilissimo, figurarsi che musica possiamo attenderci da questa banda di “Benpagati” ora che saremo messi alla prova con i tempi e il rigore europei del Recovery Plan.
Ma tant’è! Questa classe dirigente politico-istituzionale irpina che ci ritroviamo non è una punizione inflitta da Nostro Signore perché una mattina s’è svegliato storto e via con la cattiveria (d’altra parte non potrebbe essere così: Lui è infinitamente Buono). Né può essere un capriccio del Destino Cinico e Baro (ha un intero mondo a disposizione, il Destino: questo fazzolettino di terra di provincia forse nemmeno lo conosce!). Niente di ciò. Il problema è qui, è tutto semplicemente nostro, irpino doc. Li abbiamo scelti noi questi parlamentari e consiglieri regionali e rappresentanti istituzionali a diverso titolo. Essi sono il frutto dei nostri abbandoni civili, delle nostre egoistiche ritirate nel privato, delle nostre rinunce alla fatica di esserci. Il contrappasso è che per ora dobbiamo tenerceli. Per ora.
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