Sinfonia di quattro Antropomorfi
Ai piedi dell’Altopiano di Asiago, a circa 300 metri di altitudine, in una posizione privilegiata per clima e purezza dell’aria, sorge una chiesetta di epoca longobarda circondata da uno splendido paesaggio ricco di vegetazione. Nei pressi di questo gioiello, rimasto per secoli ad osservare lo sviluppo e l’evoluzione del territorio circostante, a Zanè (VI), è nato il più grande ed evoluto impianto di stagionatura per formaggi grana. Si chiama magazzino S. Agata (ispirato alla chiesetta) e appartiene alla Brazzale S.p.a, la più antica azienda familiare italiana del settore lattiero caseario, con insediamenti produttivi sparsi in tutto il mondo.
Completamente automatizzato, in questo stabilimento avviene la stagionatura del “Gran Moravia”, il formaggio grana prodotto in Moravia e stagionato in Italia, orgoglio della famiglia Brazzale.
Questo stabilimento ospita 4 affascinanti creature antropomorfe, completamente autosufficienti dal punto di vista energetico – grazie alla presenza di pannelli fotovoltaici posizionati al di sopra della copertura – che si aggirano negli 8.000 metri quadri in una sorta di “moto perpetuo”. Le quattro creature antropomorfe ci accolgono dopo che un ristretto gruppo di umani, che lavorano a supporto tecnico, le ha collaudate per riceverci in occasione della prima dimostrazione.
L’atmosfera è rilassata, ma gli umani sono emozionati perché per la prima volta saranno spettatori, e non protagonisti, di antiche procedure da sempre affidate alla fatica dell’uomo. I 4 robot antropomorfi e le navette che lavorano con loro per spostare e spazzolare le 250.000 forme di grana presenti nel deposito (nel 2022 arriveranno a 350.000) sono ancora “dietro le quinte”. Improvvisamente si apre il sipario e uno degli uomini più appassionati e comunicativi che abbia mai incontrato, il Presidente della Brazzale S.p.a, Avvocato Roberto Brazzale, ci invita a mettere le cuffie, a seguirlo nei due padiglioni, ad ascoltare il suo affascinante racconto di come sono nati e ad assistere alle fatidiche imprese dei quattro robot. Sono loro i veri padroni di casa! Ho l’impressione di trovarmi in un film di fantascienza, mentre Roberto Brazzale ci spiega:
“La robotica è divisa in due unità, la prima di carico scarico e la seconda di rivoltatura e spazzolatura delle forme. Le scaffalature sono disposte su quattro piani sui quali sono collocati circa 8.000 “racks” in acciaio di 32 forme ciascuno, appoggiate su 8 tavole in abete lamellare provenienti da foreste certificate sostenibili. L’intelligenza artificiale in realtà non esiste, esiste quella umana, che ha reso possibile la realizzazione di questo straordinario impianto. Sono le mani e le menti di uomini straordinari quelle che progettano, costruiscono e animano questi gioielli della tecnologia.”
Gli antropomorfi di S. Agata, che “vivono” a due passi da quella meravigliosa chiesetta rimasta lì ad osservare l’ampliamento dello stabilimento, realizzato nel pieno rispetto dell’ambiente, non sono altro che la trasposizione di noi esseri umani. Sono un esempio di ciò che nasce dalla nostra intelligenza e dalla nostra creatività. Si ritrovano in duetto, terzetto, quartetto, a suonare una sinfonia che genera produttività e innovazione senza sprechi di tempo e di spazio. Gli antropomorfi risparmiano l’uomo dalle antiche fatiche fisiche e gli lasciano quelle mentali necessarie alla loro programmazione e alla loro efficienza. Sono il risultato della nostra genialità, delle sfide con noi stessi, del nostro istinto di evoluzione, che supera di gran lunga quello di sopravvivenza.
“I robot antropomorfi non sono intelligenti” – sostiene ironicamente l’Avvocato Brazzale – “ma commuovono per la delicatezza con la quale abbracciano e spostano le forme di grana. Una grazia simile a quella di uno sposo che prende in braccio la sua sposa. Confesso che talvolta ci commuoviamo”. Metafora decisamente persuasiva, se si entra nel merito del rapporto tra uomo e scienza, e se si utilizzano criteri di valutazione liberi da preconcetti e stereotipi del tipo: “un giorno saremo sconfitti dall’intelligenza artificiale”.
Non è forse vero che l’intelligenza artificiale siamo noi? E noi abbiamo anche un’anima, oltre all’intelligenza? Per questo, forse, avremo la possibilità di governare i robot.
L’Avvocato Brazzale ci crede, così come crede che il futuro del nostro Paese e delle sue eccellenze non è chiudersi nei confini, ma è portare avanti la nostra tradizione e il nostro know-how utilizzando siti, risorse e competenze, anche fuori dai confini italiani.
Un “imprenditore visionario”, così si definisce lui stesso, mentre continua a raccontarci la bellissima storia della sua azienda, mentre le creature antropomorfe, delle quali è orgogliosissimo, lavorano per noi. Sembra si muovano a ritmo di musica in una sorta di danza futuristica ipnotizzante. Se mi lascio trasportare dalle parole coinvolgenti dell’Avvocato Roberto e fisso il moto perpetuo di queste creature, scorgo in loro la voglia di comunicare qualcosa. Il messaggio arriva forte e chiaro alla mente, alla logica e alla razionalità, ma anche al cuore. Sembrano dirci: “Siamo figli della vostra intelligenza e insieme possiamo fare grandi cose! Osservate la nostra precisione, la nostra efficienza. Sono doti che ci avete trasmesso voi per renderci creature indispensabili alle vostre continue esigenze, al vostro desiderio di progresso e di conquiste. L’uomo è insoddisfatto di natura e noi siamo i figli di questa insoddisfazione.Ma insieme possiamo vincere la battaglia e superare il rischio che l’insoddisfazione, anziché generare evoluzione, generi distruzione.”.
La sfida è proprio questa. Ricordiamocelo.
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