Vaccinazioni e dintorni: non spariamo sulla Croce Rossa

La ricordate la storiella – altre volte proposta e peraltro vera – della simpaticissima prostituta napoletana che le sere d’agosto, trenta gradi e più, attendeva i clienti sul ciglio della strada davanti a uno pneumatico in fiamme? Al Tizio che le chiese: “Ma con questo caldo, perché ve ne state vicino al fuoco?”, rispose: “Signo’, ccà nun so’ mai contenti: ‘nce sta chi a vò cotta e chi a vò cruda!”.
È tornata alla mente l’arguta battuta della nostra “Bocca di Rosa” leggendo le cronache di ieri sull’andamento delle vaccinazioni in provincia di Avellino. Una rapida, essenziale rassegna. “Ancora file al Campo Coni con attese fino a tre ore”; “Altri Prof rifiutano di farsi iniettare AstraZeneca”; “Proteste presso alcuni punti vaccinazioni per la piattaforma regionale bloccata”; “I consiglieri regionali Petracca e Alaia: Somministrazioni sospese un giorno per colpa del governo”; “Il consigliere regionale Petitto: L’importante è che non accada più”; “Il consigliere regionale Ciampi: La macchina non funziona e non ci sono giustificazioni”.

Letto così, c’è poco da discutere: hanno tutti ragione. Le file sono sempre odiose, specie se a restare incolonnati per ore sono gli anziani. Dicono una cosa vera Petracca e Alaia quando affermano che se il vaccino in Campania scarseggia (rispetto ad altre regioni) la responsabilità è del governo centrale. Avrebbero fatto meglio ad aggiungere che il criterio di distribuzione delle dosi l’ha deciso il governo precedente e non quello attuale, ma questo è un dettaglio. Ed ha ragione anche Petitto quando aggiunge, in modalità lapalissiana, che ciò non deve più accadere.

Decisamente fuori misura è invece Ciampi: tranciare sentenze di verità assolute e totali tradisce un populismo irrazionale che potrà incrociare il favore dei cittadini arrabbiati epperò non aiuta a comprendere la realtà. Oltre tutto, il consigliere 5Stelle lancia accuse gratuite contro la Regione (nel cui Consiglio siede all’opposizione) ed ancor più immotivatamente contro l’Asl, ma si guarda bene dal mirare al governo centrale di ieri e di oggi, e si capisce: il Movimento è il socio di maggioranza relativa della vecchia e nuova coalizione parlamentare, individuare misfatti nelle istituzioni periferiche per salvare quelle centrali è un esercizio politico molto banale ed altrettanto ipocrita.
Tuttavia, l’andamento delle vaccinazioni, almeno per quanto riguarda i compiti istituzionali della Regione e dell’Asl, sta proprio nei termini in cui viene descritta da Ciampi e Compagni? “La macchina non funziona e non ci sono giustificazioni”?

Non si fosse trattato di un tema particolarmente sensibile, tanto che dal grado di efficacia della campagna vaccinale dipenderà l’esito della guerra contro il Virus, non ci avremmo sprecato su nemmeno una virgola. Il problema, invece, è che mai come in questa fase dell’emergenza sanitaria siamo un po’ tutti chiamati ad esprimere il massimo di comportamenti responsabili. Chi è in politica ha un dovere in più rispetto ai comuni cittadini: ha il dovere di aiutare a comprendere ciò che accade, ossia fare l’esatto opposto d’improvvisare giudizi, quando non si tratti addirittura di vera e propria mistificazione della realtà.

Nel caso specifico, basterebbe che il consigliere regionale Ciampi si prendesse la briga di analizzare i numeri, ovviamente percentuali, della campagna vaccinale per scoprire tre cose essenziali. La prima è che la Campania è tra le primissime regioni in Italia per numero e velocità di somministrazioni effettuate. La seconda è che se la Campania avesse ottenuto dosi di vaccini in quantità direttamente proporzionale alla propria popolazione, oggi sarebbe con ogni probabilità la regione meglio piazzata nel processo di immunizzazione. La terza è che l’Asl di Avellino e l’ospedale Moscati, ciascuno per la propria parte di competenza, sono le due strutture sanitarie che hanno la più alta percentuale di dosi inoculate, non solo in Campania, ma anche in contesti territoriali nazionali più ampi.

È accaduto, però, che sia stato commentato alla stregua di “grave disservizio” il fatto che l’Asl abbia vaccinato tanto in fretta da esaurire le dosi assegnatele con tre giorni di anticipo rispetto all’arrivo delle nuove forniture. È sorprendente, insomma, la capacità della cattiva politica di far apparire “demerito” perfino un merito evidente e certificato. E allora, e in conclusione, non è forse tempo di darsi tutti una mossa, ovvero dare tutti una mano per accelerare l’uscita dal tunnel del Virus? Se per la politica – la cattiva politica – costano troppa fatica comportamenti intelligenti, responsabili e adeguati alla gravità del momento, è lecito chiedere almeno di non sparare cinicamente sulla Croce Rossa?

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