Gli over 80 di Avellino e quelle tre ore al gelo per vaccinarsi
“Il Mattino” di martedì 23 marzo – ieri per chi legge oggi – ha aperto la prima pagina della sua edizione avellinese con una denuncia sacrosanta apparsa sotto il titolo “Tre ore in fila per il vaccino”, con un sottotitolo altrettanto opportuno, efficace ed esplicativo: “Sconcertante disorganizzazione dell’Asl al Campo Coni: gli over 80 lasciati al gelo”.
Tutto verissimo. Sicché noi di Irpinia Tv non abbiamo avuto alcuna esitazione ad aprire il Tg delle 14 sullo stesso argomento – ovviamente citando “Il Mattino”, come usa fare il giornalismo corretto – e con ragionata convinzione abbiamo condiviso quella denuncia senza se e senza ma.
È il caso di aggiungere un breve commento all’accaduto, con la speranza che possa contribuire a sollecitare una maggiore attenzione in chi ha la responsabilità istituzionale di gestire una materia sanitaria così delicata.
Ci piace partire dal titolo di apertura del nostro Tg. Eccolo: “Sveglia ragazzi dell’Asl: sappiamo che siete stanchi, però mai più file di ore per vaccinare gli over 80!”.
Invero, i “Ragazzi” dell’Asl cui ci riferiamo sono due “Ragazze” che occupano ruoli di vertice nell’Azienda sanitaria locale irpina. La più alta in grado è il direttore generale Maria Morgante. L’altra, subito sotto nella scala gerarchica, è il direttore sanitario Elvira Bianco. Si tratta di due Ragazze sufficientemente cresciute, sia d’età che di profilo professionale, per cui non crediamo di correre il rischio che ci restino male se i nostri rilievi potranno apparire – diciamo così – poco cavallereschi. Gli appunti sono essenzialmente tre.
Il primo. Non nutriamo alcun dubbio circa la buona fede delle dottoresse Morgante e Bianco. Figurarsi se due Persone di sicura sensibilità professionale e umana potrebbero mai soltanto immaginare di “punire” fragili ed incolpevoli ultraottantenni – non già aitanti giovanotti pieni di vita e di futuro – lasciandoli per tre ore al freddo, per di più sotto un cielo minaccioso annunciante tempesta. Epperò in casi come questi la buona fede non è un’attenuante, nemmeno generica. Il fattaccio di ieri ha una causa ben precisa, che è poi quella sintetizzata nel sottotitolo del quotidiano napoletano: “disorganizzazione”.
Il secondo rilievo. Sappiamo bene, tutti sanno, che gli “attuatori” della organizzazione non sono il direttore sanitario e il direttore generale, bensì i dirigenti che a vario titolo e grado rivestono ruoli decisionali e operativi, percependo stipendi di tutto rispetto e comunque proporzionati alla “fatica” delle loro mansioni. Tuttavia – posto che il problema della lunghissima attesa è insorto, come riportato ancora da “Il Mattino”, perché soltanto alle 14 ci si è accorti che mancavano le fiale, e che ci sono volute circa tre ore per scongelarle e farle arrivare da Ariano – la responsabilità oggettiva dei vertici Asl, parliamo naturalmente di responsabilità morale, non cambia d’una virgola. Onori ma anche oneri per chi “dirige”: nella fattispecie l’onere di individuare e punire quanti, a loro volta, hanno “punito” quegli over 80 malcapitati, ieri, a vaccinarsi in una giornata freddissima oltre che “disorganizzata” come peggio non si poteva.
Il terzo ed ultimo rilievo è solo in apparenza meno grave. Di fatto è più grave dei primi due. Ragazze professionalmente e umanamente attrezzate – quali sono, oltre ogni ragionevole dubbio, il direttore generale Morgante e il direttore sanitario Bianco – sanno bene che, quando capitano incidenti della fattispecie testé narrata, le scuse pubbliche non sono soltanto opportune ma assolutamente doverose.
Si scusino il direttore generale e il direttore sanitario: lo impone il galateo istituzionale. Lo facciano subito. E nello stesso tempo non manchino di strigliare chi ha sbagliato: troppo spesso nelle strutture pubbliche di servizio si agisce nella convinzione d’essere “intoccabili”, magari perché in possesso d’una tessera di partito o perché protetti dal padrino politico di turno (padrino nel senso di “mafiosità” politica).
Oltre tutto, al di là di episodi contingenti, le due “Ragazze” ai vertici dell’Asl, la Morgante in particolare, in questo anno di pandemia hanno avuto modo di dimostrare di avere attributi di gran lunga più consistenti di tanti maschietti che dirigono le aziende sanitarie e ospedaliere della Campania. Lo dimostrino ancora. Basta un gesto.
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