Occhio alla campagna vaccinale
A chi fosse sfuggito, consiglio vivamente la lettura del “pezzo” che Mirella Napodano ha scritto per la sua rubrica settimanale “Tracce” pubblicato sul sito di Irpinia Tv e sul mio Blog sotto il titolo “Al cospetto del Virus”. È un’analisi razionale e impietosa della realtà dentro cui il Covid ha fatto precipitare singolarmente ciascuno di noi e la comunità mondiale nel suo insieme, e nella quale vengono opportunamente distinti i comportamenti responsabili di una larghissima maggioranza di persone dall’imperdonabile leggerezza della “varia disumanità” che – per una ragione o per l’altra, non interessa indagare più di tanto – si è sostanzialmente resa complice della diffusione del Virus: untori a loro insaputa, potremmo benevolmente definire i protagonisti e le semplici comparse di questa categoria non pensante.
Esprimo una opinione ulteriore al riguardo. Credo che la riflessione della finissima intellettuale irpina andrebbe assunta a Manifesto politico, etico e sociale anti-Covid. Se ne facessimo la nostra bandiera, onorandola con impegno rigoroso e costante nei mesi durissimi che ci tocca ancora affrontare, di certo non risolveremmo i problemi del mondo, ma forse potremmo rendere un contributo molto prezioso, intanto, alla nostra battaglia locale contro il Virus. Leggete o rileggete quel “pezzo”: vi troverete, tra l’altro, anche alcune risposte agli angoscianti interrogativi che quotidianamente ci poniamo, appunto, “Al cospetto del Virus”.
Abbiamo tre-quattro mesi in salita davanti a noi. Le previsioni su decessi, contagi e ricoveri ospedalieri sono pessime. Siamo già sotto la terza ondata e gli esperti non riescono ancora a dirci quanto durerà. Gli errori – alcuni anche madornali – collezionati in questi mesi di pandemia consigliano prudenza. Gli scienziati non si sbilanciano. Al netto delle teste vuote, e ce ne sono, i politici sembrano seguire l’esempio degli scienziati. Ed è un bene, per loro e per noi.
Intanto siamo in attesa della madre di tutte prove: l’effetto Draghi. Sappiano – ma ne è responsabilmente consapevole soprattutto lui – che egli non veste i panni del Padreterno sceso in terra per dimostrarci quanto sia bravo a far miracoli. D’altronde nessuno gliene chiede. Niente miracoli ma un forte “attacco” al Virus, questo sì, tutti lo pretendiamo. Tradotto, significa svolta radicale nella campagna di vaccinazioni. Ormai il concetto è alla portata perfino – si fa per dire – dei No Vax: solo il vaccino ci salverà. E potrà salvarci, per di più, a condizione che riusciremo ad essere tanto bravi da fregare il Virus sulla sua capacità di mutarsi e diffondersi velocemente. È il tempo – ci raccontano gli scienziati – il fattore decisivo in questa battaglia.
Abbiamo davanti a noi mesi difficilissimi. Ma ci stiamo anche attrezzando per combattere contro il Virus con armi quasi pari: “quasi” perché lui, vale ripeterlo fino alla noia, è subdolo ed usa anche l’arma non convenzionale della mutazione. La quale – se non corriamo più del Virus – potrebbe rendere parzialmente inefficaci i vaccini. È un rischio reale, l’insidia peggiore. Che però possiamo aggirare – rieccoci al punto – portando al massimo di efficacia la logistica che si sta mettendo in campo per le vaccinazioni di massa.
E qui entriamo in gioco noi cittadini. Entra in gioco il nostro senso di responsabilità, e di stimolo alle istituzioni. Vediamo rapidamente come, anche tenendo conto d’una parte delle cose sottolineate da Mirella Napodano nel suo Manifesto.
Sappiamo che il commissario Figliuolo – figura strategica eccellente in questa fase – domani (per chi legge oggi, giovedì 11 marzo) presenterà ufficialmente il piano vaccinazioni. Sono già stati definiti i soggetti istituzionali che parteciperanno alla “campagna”. Un ruolo lo avrà anche il territorio nelle sue molteplici articolazioni politiche e sociali. Abbiamo già avuto – e stiamo tuttora vivendo –una esperienza consimile con il tracciamento del contagio attraverso tamponi e test di diversa valenza scientifica. Non si può dire che ci siamo distinti al meglio per i livelli di efficienza ed efficacia raggiunti: leggi pure improvvisazioni, confusioni di ruoli, protagonismi fuori luogo e quant’altro. Ecco, la domanda è: la lezione ci è servita? Può farci ora da guida, per evitare errori ed accumulare ritardi, nella battaglia decisiva che si sta aprendo contro il Virus?
Può sembrare un aspetto ininfluente, ma non lo è. Chi c’era, ricorderà che anche nell’emergenza terremoto di 40 anni fa il territorio – inteso come organizzazione politica e sociale – ebbe un ruolo molto rilevante nel grado di efficacia degli aiuti prima e del processo di ricostruzione più tardi. La differenza è che allora il disastro avvenne in 90 secondi, fece vittime e distruzioni e si fermò (non si pensi alle repliche) la notte stessa. Nella campagna di vaccinazione, ogni settimana, ogni giorno, ogni ora di ritardo farà aumentare sempre più la contabilità delle vittime, la diffusione del contagio, l’allontanamento dell’immunità di gregge che è la condizione essenziale per la ripartenza vera.
Insomma, non sono consentiti ritardi, superficialità, egoismi per fini politici o interessi di gruppo e personali. È un lusso che non possiamo permetterci. La presenza responsabile dei cittadini in questa fase – nei modi canonici e sempre in forma civilissima–può essere di grande aiuto per accelerare le operazioni. Non è impresa difficile: basta esercitare il doveroso controllo sulla serietà dei comportamenti di chi è stato delegato a rappresentarli.
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