Sidigas, “gravi irregolarità di gestione”: rischio di revoca per l’ad Scalella
Il Tribunale delle Imprese ha ipotizzato irregolarità contabili nella gestione societaria e giudiziaria del caso Sidigas. Contestata l'azione dell'amministratore Dario Scalella, delegato dal custode della procura. Ora l'ad rischia la revoca e le azioni compiute, incluse le cessioni di Sidigas.com e Us Avellino, potrebbero essere dichiarate nulle. "Mai viste tante bugie messe assieme" il commento di Scalella sulle contestazioni del ricorso di De Cesare
“Gravi irregolarità di gestione”, il Tribunale delle Imprese di Napoli potrebbe scrivere un’altra pagina clamorosa dell’inchiesta Sidigas. Questa volta però alla sbarra degli accusati non c’è De Cesare bensì la nuova amministrazione, guidata dall’ ad Dario Scalella, dall’amministratore giudizario Francesco Baldassarre, nominato dalla procura di Avellino, e dal resto dell’attuale cda della società distributrice di gas.
Il giudice Adriano Del Bene, differentemente dai colleghi del tribunale di Avellino che non hanno ritenuta degna l’istruttoria, ha considerato fondato il ricorso presentato dal professore avvocato Francesco Fimmanò, che cura gli interessi di De Cesare, e ha fissato la prima udienza, con carattere d’urgenza, il prossimo 10 febbraio. Non solo, dato che la Sidigas sarebbe la parte lesa nel procedimento, il magistrato, ritenuta la sussistenza del conflitto d’interessi, ha nominato un curatore speciale, l’avvocato Luca Cedrola, che al posto di Dario Scalella tutelerà gli interessi della società nel procedimento in corso.
A Scalella e gli altri vertici della Sidigas viene contestata l’intera gestione amministrativa dal momento del loro insediamento, gravi e molteplici le accuse descritte in 93 pagine di ricorso. In particolare il piano di risanamento industriale: l’avvocato Fimmanò si chiede per quale motivo quelli che sono stati chiamati a custodire i beni Sidigas si stiano invece preoccupando di venderli, come è accaduto per l’Us Avellino, per la Sidigas.com e come ha dichiarato di voler fare, sempre lo stesso Scalella, per l’intero pacchetto della Sidigas.spa, incluse le reti di distribuzione.
Scalella ha sempre sostenuto si trattasse di cessioni inevitabili per ripianare il monte debiti con erario e fornitori, che secondo l’ad ammonta in totale a 240milioni di euro di passivo; l’avvocato Fimmanò invece si limita semplicemente a notare come la procedura di fallimento sia stata ritirata dalla stessa procura di Avellino che l’aveva avanzata e inoltre l’ultimo bilancio 2019 dell’azienda, redatto dallo stesso Scalella, rappresenta una società in forma, che ha chiuso con 5 milioni di euro di attivo, e che può dunque permettersi di presentare un piano di rateizzazione per chiudere i conti con l’erario.
Insomma, invece di tutelare un’azienda dalla storia trentennale e che continua a produrre utili, Fimmanò accusa Scalella di starla smantellando pezzo per pezzo. La cessione della Sidigas.com alla Iren, l’Us Avellino a Izzo e Circelli, la Scandone, scrive sempre Fimmanò, lasciata gestire di fatto al sindaco Festa.
Non solo. Fimmanò contesta l’incredibile parcella che Scalella si è autoassegnato, concessa da Baldassarre, di un milione di euro l’anno, cifra cinque volte superiore alla tariffa di solito assegnata ai manager aziendali con gli stessi incarichi, a cui si deve aggiungere il 10% sugli utili: chiamato per risanare un’azienda, l’entità dello stipendio stride decisamente con la mission. E parcelle altrettanto onerose sono state assegnate da Scalella a collaboratori e consulenti esterni.
Nel caso in cui il tribunale accolga le contestazioni di De Cesare, estromesso dalla gestione della sua azienda, Scalella rischia la revoca dell’incarico e l’obbligo di ripristino delle azioni compiute: e dunque le cessioni di Sidigas.com e dell’Us Avellino potrebbero venir dichiarate nulle se il giudice, tra l’altro, non ne ravvisi la necessità. Mentre De Cesare ritornerebbe alla guida dunque di Sidigas.
“Non ho mai visto tante bugie messe assieme, in tribunale chiariremo il nostro operato”, le parole sul punto che ci ha rilasciato Dario Scalella nel contestare il contenuto del ricorso di De Cesare.
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