DPCM Natale, così il Governo ignora l’Italia delle aree interne

A Natale e a capodanno un milanese potrà andare da Codogno ad Assago, un napoletano da Bagnoli a Secondigliano, ma da Atripalda non si potrà andare a Manocalzati e da Taurasi non si potrà andare a Luogosano

Secondo quanto stabilito dal DPCM Natale, dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 e’ vietato, nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome. Nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021 e’ vietato ogni spostamento tra comuni, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute.

Il DPCM, dunque, non tiene conto del 60% dell’intera superficie del territorio nazionale, che è rappresentato da quelle che genericamente definiamo aree interne di cui, evidentemente, anche la nostra Irpinia fa parte.

Insomma, in quei giorni un milanese potrà spostarsi da Cologno ad Assago, un napoletano da Bagnoli a Secondigliano, un romano dall’Eur a Tor di quinto, ma un abitante di Taurasi non potrà andare a Luogosano, un avellinese non potrà andare a Mercogliano, un atripaldese non potrà attraversare per andare a Manocalzati. Il punto, intendiamoci, non è il Natale o il Capodanno. Il punto è che questo è lo stesso schema in ragione del quale le regole anti movida sono le medesime per Napoli o per Cairano, lo stesso schema sul quale questo governo ha costruito tutte le misure in questa lunga emergenza.

Le 14 aree metropolitane italiane coprono 50mila chilometri quadrati del Paese e inglobano 1.300 comuni (il 16 per cento del totale). Ospitano 21 milioni di abitanti, ovvero il 40 per cento della popolazione italiana. Il che significa, per sottrazione, che il 60 per cento della popolazione non viene considerata da queste misure, e men che meno vengono considerati i 5.591 piccoli comuni, con meno di 5mila abitanti, che occupano ben il 54 per cento del suolo nazionale e rappresentano il 69 per cento di tutti i municipi, e sono tutti confinanti. In Irpinia, su 118 Comuni, 101 appartengono a questa fascia.

Il punto, come detto, non è questo Dpcm o quelli precedenti e non è nemmeno il Covid. L’emergenza sanitaria ha semplicemente messo in luce la marginalità di questa Italia interna, una marginalità che trova riscontro nei dpcm di questo maledetto 2020, così come nel divario digitale, nello spopolamento, nell’assenza di servizi e collegamenti, nelle disparità economiche e sociali.

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