Il rapporto Svimez: già bruciati al Sud 280mila posti di lavoro
In Campania previsto un calo del Pil del 9,3%
In fumo nel Mezzogiorno a causa dell’emergenza sanitaria 280mila posti di lavoro, l’80% dei quali erano occupati da donne. Un crollo verticale per il prodotto interno lordo, l’indicatore socioeconomico per antomasia dello stato di salute di un territorio, che in Campania si attesta intorno al meno 9,4%. Il rapporto Svimez presentato ieri, la fotografia di un divario sempre più esteso tra Nord e Sud del paese.
“La prima ondata della pandemia ha avuto per epicentro il Nord. La crisi economica si è però presto estesa al Mezzogiorno dove si è tradotta in emergenza sociale incrociando un tessuto produttivo più debole, un mondo del lavoro più frammentario e una società più fragile. La seconda ondata, a differenza della prima, ha interessato direttamente anche il Mezzogiorno. All’emergenza economica e sociale già sperimentata nella prima ondata si è perciò sommata, nell’ultimo mese, l’emergenza sanitaria generata dalla pressione sulle strutture ospedaliere e in più generale su tutto il sistema di cura”. Concetti che il direttore Luca Bianchi ha espresso ieri a margine della presentazione, ma che aveva anticipato questa estate proprio a Irpinia tv durante la sua partecipazione alla speciale Election day.
Nelle regioni meridionali il secondo lockdown ha accresciuto le difficoltà di attività e pezzi di occupazione in posizione marginale (sommerso, nero, irregolari). Di qui la caduta del reddito disponibile delle famiglie del -6,3% che si trasmette ai consumi privati, con una contrazione al Sud pari al -9,9% superiore a quella del CentroNord (-9%).
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