Sidigas, dalla Cassazione un filo di speranza per De Cesare

La Corte Suprema annulla l'ordinanza del Riesame che avevano giudicato inammissibile il ricorso di De Cesare contro il dissequestro dei 97 milioni di euro. Ora la palla passa al tribunale. L'ingegnere punta a riprendersi la società ( e forse anche il calcio?)

Dopo tante amarezze arriva un, seppur timido, segnale di speranza dalle aule dei tribunali per Gianandrea De Cesare. E’ arrivata infatti la decisione della Cassazione sul ricorso del patron della Sidigas in merito alla valutazione del tribunale del Riesame, che aveva giudicato inammissibile l’appello di De Cesare contro il sequestro dei 97 milioni di euro. E la terza sezione penale della Corte Suprema ha annullato il dispositivo del Riesame accogliendo la richiesta degli avvocati Alfonso e Guido Furgiuele, che difendono De Cesare, e ora la questione dell’eventuale dissequestro dei beni e del patrimonio della Sidigas e quelli personali del suo patron ritornano in discussione al tribunale di Avellino.

Una questione piuttosto dibattuta quella del sequestro dei 97 milioni di euro della società, che ha cambiato decisamente le carte in tavole nel proseguio dell’attività non solo di Sidigas, ma anche dell’Avellino calcio e della Scandone. Come si ricorderà, in un primo momento, dopo l’istanza di fallimento presentata dalla procura di Avellino, De Cesare rese manifesta la volontà di voler cedere le squadre sportive per evitare di farle travolgere da possibili negative conseguenze per la casa madre. Non appena pubblicata però la notizia, la procura dispose il sequestro di 97 milioni di euro per evitare che De Cesare potesse intaccare il patrimonio societario a discapito dei creditori.

Ma il gip del tribunale di Avellino giudicò esagerato il provvedimento della procura e infondate le sue motivazioni, e ridusse il sequestro a soli 8 milioni di euro, bloccando solo i beni personali di De Cesare. La procura presentò ricorso, vincendolo, e il Riesame giudicò inammissibile il contro-ricorso dell’imprenditore partenopeo. Oggi invece la Cassazione rimette dunque tutto in discussione.

Cosa potrebbe cambiare nel caso in cui il tribunale dissequestri nuovamente i beni della Sidigas? In teoria tutto e niente. De Cesare non ha più il controllo della sua società, affidata nella mani del custode giudiziario Francesco Baldassarre e dell’amministratore delegato, da lui nominato, Dario Scalella. Ma in merito, De Cesare ha presentato, sempre attraverso gli avvocati del foro partenopeo Furgiuele, una denuncia nei confronti dell’operato dei due, che anzichè custodire e preservare la società starebbero solo pensando, secondo la ricostruzione dell’ex patron dello sport avellinese, a dismetterne i rami d’azienda. Operazione andata in porto con l’Us Avellino, a un passo per la Sidigas.com e con l’intento, più volte reso manifesto, di vendere anche tutta la Sidigas spa. L’obiettivo di Scalella e Baldassarre sarebbe quello di rientrare della liquidità necessaria per pagare le decine di milioni di euro di debiti con i fornitori e con l’erario, un’operazione giudicata non solo non necessaria da De Cesare e i suoi legali (l’ultimo bilancio Sidigas del 2019, appena chiuso, porta un utile di tre milioni di euro e decine di milioni di euro di fatturato, mostrando una società apparentemente in salute) ma perfino illegittima, contraria alle norme del diritto societario. Tanto che lo stesso De Cesare ha presentato ricorso anche contro la cessione dell’Us Avellino, che per lo stesso motivo viene ritenuta illegittima e avvenuta senza il consenso di De Cesare, dunque nulla ( e tra l’altro poco utile alla causa: perchè privarsi in fretta e furia di una società sportiva di lustro per l’intero gruppo, per racimolare semplicemente un milione e 300mila euro?).

Non solo, i legali del patron Sidigas contestano anche la lauta parcella che si è auto assegnato Scalella (un milione di euro l’anno più il 10% degli eventuali utili) e le onerose consulenze pagate ai propri collaboratori, un atteggiamento ritenuto contraddittorio rispetto alle difficoltà economiche di Sidigas. Assieme alla denuncia è stata quindi richiesta la revoca di Scalella da amministratore delegato della società partenopea distributrice di gas naturale.

In pratica Gianandrea De Cesare punta a riprendersi la Sidigas, con i beni dissequestrati, e l’Us Avellino: ma tra il dire e il fare, c’è di mezzo il tribunale

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