Ristorazione ad un passo dal crack, in questa fase in Irpinia chiusi 8 locali su 10

Otto su dieci ha deciso di abbassare la serranda. E’ il dato irpino. Sei su 10, invece, la media regionale: ad incidere in questo caso le attività commerciali delle città più grandi come Napoli e Salerno dove a pranzo si lavora di più. Cifre catastrofiche, quelle che arrivano dall’Associazione cuochi campani. Il settore già in ginocchio dopo il primo lockdown, oggi è ad un passo dal crack. A tracciare un primo bilancio sugli effetti delle misure restrittive è il presidente Luigi Vitiello. Una settimana fa, gli chef campani sono scesi in piazza: il sit in coregrafico davanti la sede alla giunta regionale. “Quel barlume di speranza emerso durante i tre mesi estivi – ha aggiunto Vitiello – si è dissolto nello spazio di poche settimane. Qualche collega nei giorni scorsi ha provato anche a resistere, ma il risultato è stato magro: nei fine settimana a pranzo clienti che si sono contati sulle dita di una sola mano”.
Dipendenti in cassa integrazione, si attendono ora gli indennizzi del decreto “Ristori”. “Una goccia nel mare – conclude Vitiello – è pur vero che si è proceduto a rinviare il pagamento di alcuni tributi, ma la situazione finanziaria complessiva è così disastrosa che difficilmente si riuscirà a rialzare la testa in tempi brevi”.

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