Precari e Under 35: ecco il profilo dei lavoratori più colpiti dalle misure del governo

Secondo uno studio elaborato dalla Fondazione studi Consulenti del Lavoro, le misure restrittive adottate dal governo per contenere il diffondersi del virus colpiscono duramente i lavoratori più giovani. Basti considerare che nei comparti produttivi più colpiti, vale a dire cultura, sport e ristorazione, il 41,3 per cento dei lavorati ha meno di 35 anni.

Stiamo parlando di settori che impiegano circa un milione e quattrocentomila lavoratori, pari al 6,1 per cento dell’occupazione complessiva. Solamente il 42,7 per cento di questa fetta di occupati con meno di trentacinque anni può contare su di un contratto a tempo indeterminato, contro una media nazionale del 64,1. Il 25% ha un contratto a termine, contro l’11,7% della media dei lavoratori in Italia, e il 32,3% esercita le mansioni in forma autonoma, contro il 22,7% del dato nazionale.

Il 58 per cento di questi lavoratori percepisce un reddito netto mensile inferiore ai 1.000 euro, contro un valore del 24,9% tra tutti gli occupati, con l’unica eccezione del settore sportivo, che risulta più allineato alle medie nazionali. Nella ristorazione il valore arriva quasi al 60%, mentre nel comparto dello spettacolo al 53,1. Più nel particolare, il 16,3% ha un salario netto mensile inferiore ai 500 euro, il 16,5% tra i 500 e 750 euro, e il 25,1% tra i 750 ed i 1000 euro.

Dati impietosi che restituiscono l’immagine plastica di intere generazioni già perdute nella precarietà in epoca pre – Covid ed oggi condannati a subire gli effetti più devastanti di questa crisi. Anche e soprattutto da Roma in giù.

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