L’ora degli sciacalli, i complici del Covid più pericolosi

Nella prima ondata Covid e in questa fase ormai inoltrata della seconda, il governatore De Luca ha dimostrato di avere due grandi colpe. La prima è di dire ciò che pensa. La seconda è di pensare ciò che dice. Poi ne ha una terza, ancora più grave: è di avere ragione per ciò che pensa e quindi dice.

Si chiederà, giustamente, perché mai sia una colpa stare dalla parte della ragione. E qui la risposta diventa un tantino più complessa. Per farla breve, anche a rischio di semplificazioni non proprio esaustive, diremo che è una colpa raccontare cose che nessuno vorrebbe fossero vere. Un po’ come capita a Tizio – un Tizio che potrebbe essere uno qualsiasi di noi – se il medico gli dice che ha un brutto male, oppure – giusto per sdrammatizzare – se gli dice che è in sovrappeso e deve cambiare stile di vita. Istintivamente Tizio pensa che quel medico non è un bravo medico, immaginando così di esorcizzare la verità, in effetti ingannandosi. Consapevolmente ingannandosi.

Fin dall’inizio di questa storiaccia del Covid De Luca ha avuto ragione. Ne ha avuta quando suggerì misure restrittive rigorose a fronte dell’acqua di rosa con la quale il governo centrale voleva “disinfettare”il virus. Ne ha avuta quando per primo propose il lockdown generalizzato facendo gridare allo scandalo i governatori  leghisti di Lombardia e Veneto. Ne ha avuta quando per tutta l’estate ha denunciato il rischio delle vacanze all’estero ed ha implorato controlli impietosi ai rientri. Ne ha avuta, nell’intero arco degli ultimi otto mesi, quando ossessivamente ha raccomandato l’uso delle mascherine e del distanziamento, quando ha minaccciato il lanciafiamme contro feste e festini, quando si è inimicato migliaia di giovani per le durissime reprimende in materia di movida. E ne ha avuta tanta in più, per ultimo, quando ha sostenuto che la riapertura delle scuole, con il virus ormai massicciamente in circolazione, avrebbe avuto effetti devastanti: tesi poi sostenuta, e dimostrata con il supporto dei numeri, da uno scienziato della valenza di Roberto Battiston.

Non sapremmo dire cosa aveste desiderato voi. Il sottoscritto sa per certo che avrebbe fortissimamente voluto che De Luca fosse stato dalla parte del torto. Sempre. Sarebbe significato la scomparsa del Virus. Non staremmo qui ancora a discutere e, soprattutto, ad angosciarci.

Ma, come si dice, cosa fatta capo ha. Oggi interessano poco i “se” e i “ma”. Anche perché questa storiaccia non è ancora finita ed anzi, secondo gli esperti, il peggio deve ancora arrivare. Sicché Facciamo tutti gli scongiuri che vogliamo. Per consolarci, diciamoci pure che virologi, infettivologi ed epidemiologici sono tutti fessi. Epperò cerchiamo di dare fondo a quel tanto di ragionevolezza che ci è rimasta, se nella babele provinciale e regionale ne è rimasta, per evitare di farci male con le nostre stesse mani.

Al riguardo, il pericolo è concreto ed è in agguato. Il pericolo di questa fase non è soltanto il Virus “incazzatissimo” come finora non si era mai visto. Il pericolo aggiuntivo, il più perfido complice del Virus, è rappresentato dagli sciacalli.

Certamente quelli della delinquenza organizzata, sempre presenti dove stanno per scorrere fiumi di danaro. Certamente quelli d’una certa imprenditoria professionale solo apparentemente pulita (vedi lo sporco business dei tamponi tanto al chilo).

Ma attenzione anche agli sciacalli della politica strapaesana e della varia umanità che popola la scena pubblica provinciale e regionale. Ovvero gli onorevoli borghesucci piccoli-piccoli che sparano cazzate e gratuiti insulti abusando dell’immunità. E sindacalisti tuttologi che si parlano addosso noncuranti della sintassi del pensiero prima ancora dei congiuntivi. E amministratori pubblici masaniello – privi del senso delle istituzioni – che hanno già allegramente incoraggiato feste e assembramenti e che oggi si ergono a paladini anti-Covid. E perfino – non ultimi nella graduatoria dei complici del Virus – pregiudicati, letteralmente tali, della peggiore specie che spudoratamente vestono le toghe dei pubblici ministeri, paradosso della vocazione estorsiva che ha caratterizzato la loro esistenza nell’habitat fognario.

E’ contro questo pericolo che bisogna attrezzarsi e agire oggi. Dai numeri e dalla velocità dei contagi ai decessi, dalla disponibilità di posti letto Covid che giorno dopo giorno si assottiglia al progressivo esaurimento di energie del personale sanitario, dalle crescenti tensioni sociali alla nuova povertà che incalza, l’emergenza sanitaria ed economica appare sempre più fuori controllo. Non possiamo consentirci tolleranze verso comportamenti irresponsabili. Per le condizioni in cui siamo, sarebbe una prova di masochismo decisamente assurda.

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