Alaia, Ciampi, Petitto, Petracca: ora dimostrate quanto contate
Con la proclamazione degli eletti comincia di fatto la legislatura regionale della Campania. Si terrà presto la prima riunione del Consiglio per la costituzione dei gruppi e l’elezione del presidente, quindi l’attività potrà formalmente partire.
Ai consiglieri rieletti e ai nuovi il nostro laconico augurio di buon lavoro. Per i quattro irpini, qualche parola in più.
Alaia, Ciampi, Petitto e Petracca. A parte l’ordine rigorosamente alfabetico, diciamo subito – ricorrendo alla metafora calcistica – che i nostri simpatici quattro, allo stato delle prestazioni, non potrebbero rappresentare né l’inizio né la fine della magnifica formazione che nel ’78 realizzò il sogno dell’Avellino in serie A.
Nessuno di loro l’abbia a male, per favore. Non è un giudizio negativo “a prescindere” sul loro spessore politico. Giusto per ristabilire il senso delle proporzioni, ad esempio, in quegli anni sarebbe stato più facile far passare un cammello per la cruna dell’ago che nominare certi ministri e certi sottosegretari di varia umanità che ci tocca oggi digerire. Insomma, nulla di personale: si è semplicemente e generalmente abbassata la cifra politica della rappresentanza, i nostri simpatici quattro non hanno alcuna colpa: parafrasando Totò, si potrebbe azzardare ch’è la media che fa il totale.
Niente roba di serie A, dunque. Ma di certo essi non possono essere nemmeno definiti “dilettanti allo sbaraglio”. Alaia e Petracca hanno alle spalle una legislatura regionale. E seppure non sembra, con tutto il rispetto, abbiano prodotto atti e fatti tali da meritare l’iscrizione nell’Albo d’Oro della Politica irpina, un quinquennio in giro per le stanze del Palazzo sarà certamente giovato a far capir loro come funziona la giostra. Quanto alle matricole, Vincenzo Ciampi é stato sindaco di Avellino, ancorché per una breve stagione, ed è persona accorta e diligente. Mentre a Livio Petitto – che comunque è stato amministratore del capoluogo molto sveglio – viene diffusamente riconosciuta una buona capacità – ci risiamo con la metafora – di cercare il pallone e metterlo in rete. Ne è riprova la partita vinta alle regionali, nonostante il terreno di gioco reso “fangoso” da un Pd irpino ridotto a teatrino di miserabili congiure.
Insomma, per stare anche all’attualità del Calcio Avellino, si può senz’altro dire che – se proprio non è roba di serie A e nemmeno di B pronta per il salto in A – la media politica dei nostri quattro consiglieri regionali può essere un sufficiente organico di C per tendere alla promozione nel giro di un anno.
Una pura casualità, dovuta ai ritardi indotti dal Covid, fa coincidere più o meno l’avvio della legislatura regionale con l’inizio del campionato dell’Avellino. Da queste parti, sembra cominciata molto bene per l’Irpinia: due partite, due vittorie. Sia a Viterbo che a Palermo, i Lupi hanno ululato alla grande. C’è chi parla di fortuna. Senza disturbare il Latino, la fortuna aiuta gli audaci, mica i pavidi.
Il parallelismo non è forzato. Le vicende agonistiche dell’Avellino Calcio hanno avuto per lungo tempo una singolare sintonia con le vicende politiche. Detta in breve, quando la Politica irpina era forte, tanto forte da imporsi a livello nazionale, anche i Lupi andavano forte: i nostri dieci anni in serie A non sono stati soltanto un miracolo calcistico. Certo, sarebbe falso affermare che fu la politica a fare il miracolo. La verità è nel mezzo: la politica si diede da fare perché il miracolo resistesse tanto tempo.
Ora, sia chiaro: l’Avellino non è precipitato dov’è per colpa dei politici. C’è di fatto, però, che il nostro Calcio da un bel po’ non ha avuto il soccorso della Politica irpina, soprattutto perché essa da altrettanto tempo è talmente debole d’avere a sua volta bisogno d’essere soccorsa. Sarà pure una coincidenza, ma l’ossigeno all’Avellino Calcio lo sta dando oggi un imprenditore in grande ascesa, che peraltro non nasconde la sua voglia di rivincita in politica dopo lo tsunami 5Stelle del 4 marzo 2018. Non è un gioco di parole. Tutto semplice e chiaro: la Politica può essere di aiuto al Calcio e il Calcio può essere di aiuto alla Politica. Sia nell’una che nell’altra attività, alla fine contano i risultati. Per come siamo messi in Irpinia e in Campania, meglio i costruttori di Politica un mattone dopo l’altro che gli improvvisati nullafacenti Statisti del Vuoto Assoluto.
Ecco, per tornare ai Nostri Quattro Eroi, e con loro concludere, si vedrà quanto politicamente valgono – ciascuno in prima persona e tutt’e quattro insieme – dai “risultati” che porteranno alla “Casa Irpinia” lavorando nel Consiglio regionale. Oggi possiamo dire che i Nostri Eroi partono avvantaggiati: perché questa provincia é così indietro, in tutte le categorie del benessere, che basta davvero poco per farsi notare. É pur vero che i due consiglieri “usciti” e “rientrati” – ossia Alaia e Petracca – avrebbero già dovuto fare e non hanno fatto, ma una seconda occasione non si nega a nessuno.
Intanto un consiglio, se ce lo consentono: al cospetto del Governatore De Luca, niente inchini, schiena dritta e sguardo fiero. Si tratta del Presidente della Campania, non del loro Padrone. A meno che non si voglia essere servi a tutti i costi: anche quando – come nel caso – non è richiesto.
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