Positivi, negativi o falsi positivi? Il caso Moscati resta un giallo
Focolaio o non focolaio, positivi o negativi? Non sono bastate le ultime 24 ore per sbrogliare il caso Moscati. Vi raccontiamo nei dettagli quanto accaduto da ieri, poi sarete voi a farvi un’idea.
Ieri sera, poco dopo le 23, il quotidiano e purtroppo sempre più notturno bollettino dell’Asl comunica l’esito dei tamponi effettuati in giornata: l’esito ha consegnato sette nuove persone positive alla provincia di Avellino, tre di loro residenti nel capoluogo, uno a Serino, uno ad Ospedaletto, uno a Monteforte e uno a Quadrelle.
La mattina dopo, l’edizione provinciale de Il Mattino informa che i nuovi pazienti positivi sono tutti dipendenti dell’ospedale Moscati. Non solo i sette irpini, c’è pure un camice bianco originario del casertano. Due medici e sei infermieri risultati affetti dal coronavirus, cha hanno lavorato fino a quel giorno all’interno di ben sei reparti dell’ospedale, ognuno nel proprio settore di riferimento. Malattie infettive, ortopedia, cardiochirurgia, medicina interna, geriatria e cardiochirurgia. La notizia basta a scatenare il panico tra pazienti, familiari, cittadini e colleghi degli operatori sanitari: il rischio è che all’interno dell’ospedale si sia sviluppato un nuovo focolaio.
Qualche ora dopo la direzione generale del Moscati attraverso un comunicato stampa conferma la notizia. Però precisa che non si può parlare di focolaio (per farlo gli operatori sanitari contagiati avrebbero dovuto lavorare all’interno dello stesso reparto) e lascia intuire che ci sono dubbi sul risultato fornito dei tamponi. Tanto che si annunciano immediati test di verifica. I tamponi risultati positivi infatti facevano tutti parte di un’unica seduta analitica; nei casi, come questo, in cui gli esiti siano tutti positivi c’è la possibilità che si tratti di false positività.
Nel pomeriggio i presunti positivi vengono innanzitutto sottoposti ai test rapidi. Tutti negativi, come comunicato dal Nursind, il sindacato del personale infermieristico. Primo sospiro di sollievo, ma non può bastare: serve un altro tampone rinofaringeo per stare sicuri. Gli otto operatori sanitari vengono sottoposti dunque di nuovo al test di verifica; il manager del Moscati Renato Pizzuti, per una maggiore tranquillità, decide di farli processare al Cotugno di Napoli ( i primi tamponi che avevano dato esito positivo erano stati lavorati dai laboratori del Moscati).
I risultati sono attesi per la serata. Ed è qui che il giallo si infittisce. Alcuni presunti positivi iniziano a comunicare la negatività dei loro tamponi (succede a Quadrelle), le indiscrezioni che arrivano dal Moscati confermano le voci, la direzione dell’ospedale annuncia e prepara un comunicato stampa in cui si conferma la lieta novella. Ma quel comunicato stampa non verrà più inviato agli organi di informazione.
Nel frattempo uno degli infermieri “contagiati” dà notizia ai colleghi che anche il test di verifica ha fornito per lui esito positivo. Ma anche qui, nessuna conferma ufficiale. Alle 23, il consigliere regionale Maurizio Petracca interviene sulla questione dicendo di aver ricevuto notizia certa della negatività di quattro tamponi, ma per gli altri quattro si deve ancora attendere l’esito. Si aspetta a questo punto qualche riscontro ufficiale dal Moscati, ma dall’ospedale non giunge nessuna nota. In compenso arriva il nuovo bollettino dell’Asl, che la sera prima aveva comunicato la notizia delle sette positività: nessuna smentita o chiarimento, l’azienda di via degli Imbimbo si limita a comunicare i cinque nuovi positivi per la provincia di Avellino.
Il caso Moscati resta un giallo dunque, almeno per qualche altra ora.
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