Incatenato nel deposito Air, Maurizio non molla: “Ridatemi i miei cani, da qui non mi muovo”
“Da qui non mi muovo fino a quando l’Air non mi risarcirà e non mi verranno restituiti i miei cani”. Maurizio Bove, l’uomo che ieri si è incatenato a una grata del suo ex prefabbricato, all’interno del deposito dell’Air di Pianodardine, non vuole sentire ragioni. Vive lì da anni, in quelli che un tempo erano i terreni e i locali dell’azienda di famiglia, all’interno di un prefabbricato che non entrò tra i beni fallimentari, quando l’Air acquisto l’intero lotto. Fino a poco fa aveva perfino la residenza in quello stabile, che poi gli è stata revocata dal Comune poichè non l’aveva trovato in casa durante un controllo.
L’Air per anni non si è preoccupata dell’uomo, visto che non aveva i soldi per rimettere in sesto il deposito, ma ora la Regione Campania ha stanziato le risorse per la riqualificazione. Un’occasione da cogliere al volo per l’azienda di trasporti, che vuole trasferirvi i mezzi collocati all’attuale deposito di via Nazionale, non di sua proprietà, e per il quale paga una cifra blu al Comune di Avellino.
L’unico ostacolo al trasferimento è proprio Maurizio: la settimana scorsa, nel primo tentativo di sgombero, Nas e Asl gli tolsero gli undici cani che teneva con lui a causa delle scarse condizioni igieniche, denunciandolo per maltrattamento e abbandono di animali; ieri l’Air ha provveduto a demolirgli il prefabbricato, ma Maurizio non molla, anzi si ritiene vittima di un’ingiustizia e dopo essersi incatenato ha avviato uno sciopero della fame
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