Dissesto, decisione in arrivo. Marotta insiste per il piano di rientro in 20 anni
In principio non era necessario invocare neppure il predissesto, poi dopo i conti redatti dal primo commissario prefettizio Mario Tommasino per riequilibrare il bilancio il predissesto divenne inevitabile, ma sarebbe ‘bastato’ un piano di rientro da 15 anni; oggi il dirigente del settore finanze di Palazzo di Città Gianluigi Marotta, dopo l’ennesima ricostruzione del bilancio sotto la supervisione della triade commissariale allunga i tempi di recupero dalla massa debitoria a 20 anni.
Accade negli uffici di Piazza del Popolo, dove anche la matematica può diventare un’opinione, e dove Marotta prova a difendere con i denti i suoi bilanci predisposti nell’arco degli ultimi anni. Un’eventuale dichiarazione di dissesto suonerebbe come una condanna al suo operato e lo costringerebbe a renderne conto alla Corte dei Conti, mentre già rischia di dover affrontare un processo per il falso in bilancio del 2013: il dirigente è indagato nell’inchiesta della procura assieme alla prima giunta Foti.
Il futuro del comune di Avellino continua a rimanere appeso alla decisione sui conti, il dilemma dissesto o predissesto ancora non è stato sciolto, ma la scelta appare imminente. Il commissario Priolo ha convocato per domattina una riunione con i dirigenti; Marotta nel frattempo ha presentato il nuovo piano di predissesto, che come detto consiste in un programma di rientro dai debiti in un lasso di tempo calcolato tra i quindici e venti anni, con misure per il ripiano delle risorse incentrate sul recupero dell’evasione, sulla messa in vendita dei beni patrimoniali, ma anche sul pensionamento di 100 dipendenti comunali nel prossimo triennio.
Secondo indiscrezioni invece Priolo e il subcommissario Ricciardi starebbero pensando al dissesto per non allungare l’agonia del capoluogo: non è solo l’ammontare dei debiti, 35milioni di euro (ma con l’ultima verifica sarebbe addirittura cresciuto), che preoccupa, ma l’insieme dei debiti fuori bilancio e dei contenziosi che aumentano ad ogni controllo, i debiti dell’Alto Calore, partecipata del comune, i mutui della piscina e del palazzetto, l’incognita dei finanziamenti del tunnel e della metro leggera, la scarsa capacità dell’ente di riscuotere tasse e crediti, la mancanza di liquidità che mette a rischio anche la spesa corrente, affrontata utilizzando fondi vincolati.
Un quadro complesso su cui si giocherà il futuro della programmazione delle spese della città e il livello di tassazione dei residenti, ma anche la campagna elettorale, con il Pd che come Marotta punta a evitare il dissesto che certificherebbe il suo fallimento politico e che segnerebbe un punto probabilmente decisivo a favore degli avversari
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