Ciampi, cronaca di una fine annunciata

Con 23 voti favorevoli, 6 contrari e 3 astenuti il Consiglio comunale ha sfiduciato il sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi. Il voto è arrivato dopo 5 ore di fuoco di fila da parte dei consiglieri comunali che non hanno risparmiato critiche al primo cittadino, sottolineandone l’inadeguatezza nella gestione amministrativa dell’ente. Già in mattinata il sindaco, nel corso del suo intervento in aula, aveva chiesto del tempo per poter completare l’operazione verità sui conti del Comune con la presentazione del Dissesto ma, man mano che si susseguivano gli interventi dei consiglieri comunali, si sarebbe suo malgrado reso conto dell’imminente sfiducia che incombeva su di lui. Nel primo pomeriggio, allorquando il primo cittadino si è momentaneamente allontanato dall’aula, è cominciata a circolare la voce che Ciampi era pronto a dimettersi, voce però smentita dallo stesso Ciampi. Di tutta risposta i consiglieri di maggioranza hanno cominciato a raccogliere in sordina le firme per le dimissioni in massa che avrebbero evitato all’aula di andare alla conta sulla mozione di sfiducia, evitando contemporaneamente al sindaco di prendere tempo con le dimissioni, che necessitano di 20 giorni per essere effettive. Ciampi ha poi chiesto una sospensione, ottenendo il voto contrario della maggioranza dei consiglieri, per cui si è proceduto alla votazione della mozione di sfiducia e alla conseguente conclusione della prima consiliatura pentastellata. A questo punto, mentre il Viminale manderà un commissario prefettizio, si apre la campagna elettorale. Per nulla scontata la ricandidatura di Ciampi mentre sul fronte del centro sinistra Festa dialoga con Petitto e Cipriano con i popolari in vista del voto in primavera.

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