Piscina comunale, acque sempre più agitate
L’Anac stoppa l’interdittiva antimafia alla Polisportiva Avellino che gestisce la piscina comunale, e cosi’ la Prefettura di Napoli esclude la possibilità di una gestione straordinaria, cioè commissariale, non ravvisando la necessità di garantire la prosecuzione del contratto, non sussistendo nè il soddisfacimento di interessi pubblici, nè la salvaguardia dei livelli occupazionali o l’integrità dei bilanci pubblici.
E’ arrivato tra le mani del rup della piscina comunale, il comandante della polizia municipale Michele Arvonio, l’atteso responso de parte dell’anticorruzione, assieme al parere della Prefettura di Napoli, che non definisce dunque l’exit strategy per il comune di Avellino per la gestione del centro sportivo. Sono insussistenti i presupposti per un’interdittiva antimafia, come invece richiesto da Palazzo di Città dopo l’arresto dei fratelli Cesaro, titolari della Polisportiva Sant’Antimo che firmò a suo tempo il project financing con il comune. Impossibile per di più la strada di una gestione commissariale visto che la Polisportiva Avellino non svolge un servizio pubblico, dato che l’accesso alla piscina è riservato solo agli iscritti.
Sarà il comune dunque a dover sbrogliare la matassa con la società sulla gestione della piscina, con la situazione che nel frattempo si aggrava: il credito sportivo ha infatti deciso di chiudere tutti i rapporti con la Polisportiva, visto che questa continuerebbe a non versare le rate del mutuo. Un milione e centomila euro il totale non versato, su un totale di debito di circa due milioni e mezzo di euro, che ora finisce sul groppone delle casse del comune di Avellino, che si era fatto garante della Polisportiva. Come procedere ora verrà stabilito domani in comune, quando si terrà un confronto tra Arvonio, gli assessori allo sport e al patrimonio, i dirigenti di Palazzo di Città e i rappresentanti della Polisportiva, convocati a piazza del Popolo
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