Malati di povertà, vivono di nascosto dentro l’ospedale: “Avellino e Salvini aiutateci”

Malati di povertà e dell’indifferenza altrui, hanno trovato rifugio all’interno del Moscati, dove da oltre un mese occupano di nascosto uno sgabuzzino al secondo piano dell’ospedale per dormire. Lui Claudio Sena, 36enne di Eboli, la sua compagna Fortuna Samo, 38enne di Somma Vesuviana, uniti nell’affrontare una vita poco generosa con entrambi. Claudio racconta di essere invalido al cento per cento: cardiopatico, affetto da psicosi paranoide, senza soldi e senza un tetto per vivere, travalica spesso i binari della legalità pur di sopravvivere, abbandonato anche dalla famiglia. Stessa sorte di Fortuna, che inizia a soffrire di psicosi affettiva. Un matrimonio fallito alle spalle per lui, che gli lascia in dote due figli a cui sostiene di versare l’intera somma della pensione di invalidità, lei pure ha un figlio grande.

Si incontrano tre anni fa a Villa dei Pini dove sono stati ricoverati per qualche mese, e scelgono di affrontare insieme le difficoltà che la vita gli presenta quotidianamente. Dalla loro unione nasce Sara, che gli viene subito tolta dalle autorità, visto che per non perdere la patria potestà avevano deciso di attribuire la paternità a un’egiziano: Claudio per questo ora rischia la condanna per alterazione di stato. Messi alla porta anche da Villa dei Pini, vivono dove capita: hanno provato anche ad occupare una chiesa e poi hanno scelto di usufruire dei tetti delle strutture pubbliche. Quasi di casa al Ruggi di Salerno, che alternano alle mura del Moscati, dove entrano a tarda notte, svegliandosi all’alba per non farsi scoprire dall’impresa delle pulizie. “Se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo” e così si appellano al buon cuore di tutti, per ottenere una casa e magari anche un lavoretto

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