Ciampi e quella sua piccola grande ammucchiata

Damiano Genovese, Sabino Morano, Ines Fruncillo, Lazzaro Iandolo, Adriana Percopo, Stefano Luongo ed Ettore Iacovacci. E’ tempo di grande ammucchiata a Palazzo di Città, grazie al Movimento 5Stelle che dopo aver fatto lo schizzinoso per tutta la campagna elettorale e durante i primi mesi di consiliatura, ora si scopre di bocca buona pur di tenere a galla Vincenzo Ciampi.

Nel pomeriggio al tavolo del sindaco si sono seduti i suddetti consiglieri, con l’obiettivo di riscrivere insieme il programma per la città, per poi votarselo in aula. Mentre l’onorevole Sibilia continua a demonizzare il centrosinistra, il centrodestra si scopre responsabile: passi per la Lega, che coi 5Stelle ha un accordo a livello nazionale, più difficile comprendere la liaison avellinese con i due consiglieri di Forza Italia. Cosa li accomuni non è dato saperlo, come è di complessa lettura la giravolta di Adriana Percopo, che fino a poco fa guidava nientedimeno che la lista del governatore De Luca. Una vita a sinistra e ora fianco a fianco con Genovese, Morano e Iacovacci. Bontà sua.

Già, Iacovacci: riuscito a far vedere i sorci verdi a Foti e all’intero centrosinistra per 5 anni pur non facendo parte della consiliatura, spina nel fianco di tutti gli assessori al patrimonio, Ettore la trottola per gli amici, capace di indossare la casacca di tutti i blasoni politici, riesce in soli due mesi a passare dall’ essere il candidato del partito democratico alla presidenza del consiglio comunale al diventare l’uomo squadra della nuova mandria di responsabili.

Last but non Least, tutta la dolcezza del giovane Stefano Luongo: d’agostiniano, sacrificato sull’altare da Gianluca Festa, che sta cercando ogni maniera possibile per non far cadere la consiliatura, tartassando anche il buon Ivo Capone. “Ciampi non deve cadere”, il sorridente pensiero, non prima di aver incassato le provinciali almeno, e poi chissà che altro bocconcino in campo. Il solito gioco quello di Festa, un lavoro di sfiancamento del consiglio comunale ad uso e consumo della sua ambizione personale. Carta letta per molti, soprattutto dopo quanto visto nell’era Foti, non evidentemente dal novizio Ciampi, che mentre sventola la bandiera del cambiamento manda in onda film del dopoguerra. E sarebbe curioso conoscere a riguardo l’opinione del sottosegretario Carlo Sibilia, che sta dimostrando nelle ultime settimane un’ossessiva attenzione alle vicende del capoluogo, sulla selezione che si è presentata con le mani tese al sindaco.

Ma se non si hanno i numeri per governare e portare avanti il proprio programma, non è meglio dimettersi? Chiediamo a Ciampi. E se non si condividono obiettivi e metodi del sindaco, non è meglio farlo cadere? Chiediamo al centrosinistra e in particolare al soldato Capone, il diciasettesimo uomo che manca agli annunciati dimissionari (prendendo per buone le parole dei popolari, di Cipriano e dei consiglieri del partito democratico, convinti di voler far cadere Ciampi)

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